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29/10/08h10:46

Ricordati per sempre questi numeri, cane cui mi sono già rivolto nel precedente post, come fai per il tuo codice fiscale. Queste sono le cifre che segnano la sconfitta del tuo proporre prima di agire. Del tuo essere contro azioni fini a se stesse.
Sono le cifre che segnano la misura della tua vigliaccheria.
Ora prendi il bel libro rilegato che stai leggendo per il tuo prossimo esame e vattici a pulire il culo.
Però ricorda, lurido arrivista, che stavolta non hai vinto neanche tu.
Spero che un giorno tu debba essere costretto a spiegarlo a tuo figlio.
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Ti presenti in giacca, camicia sbottonata quel tanto che basta da mostrare appena il petto villoso, pantaloni attillati, mocassini eleganti e barba di due giorni che fa tanto Sergio Muniz. Eppure sei brutto lo stesso.
Hai l'occhiale da sole firmato appoggiato alla testa anche se il tempo promette solo scrosci violenti.
Mi dici che l'odio non è la risposta, che manifestare non va bene perchè bisogna rispettare le persone che non sono d'accordo. Non riesci a dirmi niente in più di quello che potrebbe fare un bambino di 12 anni. La profondità della tua critica mi commuove.
I tuoi discorsi sono solo delle prove tecniche di trasmissione per il monologo che proporrai al prossimo comizio della gioventù veltroniana, cerchi di nasconderlo usando paroloni, ma è troppo evidente. Ci credi degli scemi e questo è un grave errore.
La tua risposta a tutto è un aperitivo al bar dove si ascolta del jazz, preferibilmente live che fa tanto chic, a parlar male dei libri della Fallaci o delle dichiarazioni di Berlusconi, poi tutti a cena fuori.
La notte ti accarezza. Bravo.
Probabilmente hai anche visto tutti i film di Pasolini, ma non li hai mai guardati. Neanche io l'ho fatto e proprio per questo evito di citarlo.
Più parli e più capisco che incarni tutte, ma proprio tutte, le tendenze che mi fanno venire voglia di cospargere il pianeta di napalm. Scommetto che coltivi pure qualche pratica new age credendo di aver scoperto la verità.
Rivendichi la necessità di essere tutti uniti per far sentire una sola voce, l'unione fa la forza. Che non si tratta di essere bandierine, solo di fare numero. Che non si tratta di essere bandierine.
Manifestaci tu con gli eversivi di cielle, io mi rifiuto.
Adesso stammi a sentire merda: non ti voglio al mio fianco nella protesta perchè io sto difendendo il mio diritto allo studio e la tua cultura per sentito dire la pretendo fuori dai colgioni; voglio urlare perchè desidero ancora un futuro, non lo pretendo certo scintillante, uno qualunque mi va bene e nel mio futuro non ti voglio. Quindi vattene pure affanculo con i tuoi amichetti tanto alternativi con la macchina del papi e i tuoi volantini firmati Udu.
Siete solo cazzi pieni di piscio e considerate che mi costa una fatica enorme aver dovuto citare quel saggio uomo che era mio nonno per definire delle nullità come voi.
Mi fa male pensare di aver messo a vostra disposizione la casa che abitavo fino all'anno scorso per le riunioni del partito. E sono certo che c'è qualcuno in giro che sente i miei stessi crampi allo stomaco per quest'ultimo motivo.
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This song has been brought to you by a falling bomb


You make believe that nothing is wrong until you're cryin'.
You make believe that life is so long until you're dyin'.

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Membrana

E cambio rotta, cambio forma e cambio dimensione
perchè se guardo bene in fondo vedo la ragione,
la ragione è sempre quella e non è mai cambiata,
non è mai stata un bluff, fin dalla prima partita
sono sempre e solo io a giocare a carte scoperte
e ad ogni offesa subita divento più forte,
anche se cado mi rialzo e sono pronto a reagire
perchè non posso respirare

Brucio la mia anima.

Senza tregua, senza sosta, piano il cerchio si stringe
l'orizzonte che scompare un pò nel cuore mi piange
alzerò ancora il volume e farò molto rumore
e poi più forte suonerò per non sentire il dolore.
E' questo senso d'oppressione che mi porto addosso
o forse sono io che non sono più lo stesso,
comunque sia ciò non importa, smetterò di pensare
perchè non posso respirare

Vendo la mia anima.

Sono sempre e solo io che riesco a farmi del male
non veder le cicatrici è la mia funzione
dentro al cerchio claustrofobico respiro a fatica
perchè l'aria è troppo densa e troppo scura
e sbatto la mia porta in faccia al grande fratello,
non posso più tornare indietro neanche a volerlo
e porto sulla testa una corona di spine
ma non sono nè cristo nè re,
io vendo solo parole.

Sono stanco di aspettare
perchè sebbene non lo voglia
riesco a far del male
e sono stanco di sentir parlare di padroni
possiamo tutti respirare a pieni polmoni.
E so solo che posso disubbidire
e so solo che posso disubbidire
e so solo che voglio disubbidire.

Grande sarà la nostra fragilità,
ma senza dubbio saprò
resare in gioco però
c'è che non riesco a capire cos'è che fa così male
c'è che non riesco a fermare questa mia voglia di odiare.

Lungo il cammino non conosco mai sosta
mi guardo alle spalle ma guardarsi indietro
certo non basta a capire
quali desideri avrei dovuto bruciare
e quali invece avrei dovuto comprare.

Attento, prendi la mira e cerca di non sbagliare
perchè ho tanto, troppo, fuoco da offrire.

Le mie bugie si sono divise in due
hanno convinto anche me
per un pò.
Il mio silenzio è stato un triste racconto.

Siamo noi le cavie fatte per analizzare
i durevoli effetti del signore,
pretendo che almeno dio sia sincero
e coloro sogni in bianco e nero.

Vivo nella membrana
è questa la mia tana.
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Sei

Una riflessione estemporanea.
Mi capita di tornare a casa dall'assemblea nell'aula occupata di fisica della mia università dove si stava parlando della riforma già legge della scuola. O meglio, di come poter manifestare al meglio un dissenso diffuso. In particolare si parlava di passare dalla fase della rappresentazione del conflitto alla fase del conflitto, dal chicchierare all'agire. I soliti discorsi della sinistra direte voi, belli e profondi con le classiche citazioni di Schopenauer, che non portano però mai a nulla di pratico . Avete ragione, infatti me ne sono andato. Il punto è che arrivo a casa, decido di cucinarmi un piatto di pasta e accendo la televiosione.
Porta a porta. Un manipolo di geni del calibro di pupo, marisa laurito e klaus davi con i suoi completi disegnati da Topo Gigio, guidato dal mai abbastanza disprezzato bruno vespa, è impegnato a discutere su come ognuno di loro avrebbe speso la vincita di 100 milioni collegata al sei del superenlotto.
Il punto è che qualcuno dovrebbe spiegare, in un programma di informazione, perchè i milioni che lo stato incassa ogni settimana con i biglietti del superenalotto non potrebbero essere investiti, che sò?, nella scuola per esempio.
Qualcuno dovrebbe spiegare perchè marisa laurito dice che con 100 milioni non puoi comprarti la salute. Ma soprattutto perchè a marisa laurito sia ancora permesso di parlare.
Il punto è che qualcuno, porcoddio, dovrebbe impedire a questi programmi di regime di andare in onda.
Per favore compriamo 2 vagoni di AK47 e riapriamo i lager.
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Un minuto per sempre

Mi è capitato di vedere una scena bellissima oggi. Un bambino, non troppo sicuro che le sue gambe lo avrebbero portato a destinazione, spinto dalla fame a combattere la fatica tremenda di reggersi in piedi, lottava per raggiungere la madre seduta sulla panchina che custodiva una montagna di cioccolatini. Questi ultimi avevano pensato erroneamente di essere sopravvisuti ad un altro dei propri giorni tutti uguali. Invece no, ora erano solamente dei bip sul radar di un bambino affamato che aveva appena giurato a se stesso che, per dio, li avrebbe presi.
Il giovanissimo protagonista e la sua ingenuità caratteristica non avevano però fatto ancora i conti con il destino che è infame e si sa.
Arrivato al tavolo infatti sbatte la sua soffice testolina contro lo spigolo della panchina di ferro, duro come la vita che lo attende.
Il destino oltre che essere infame usa esprimersi per metafore, ma questo il bambino lo capirà fra più o meno 20 anni.
Insomma, il marmocchietto cade, prova a rialzarsi, ma niente. Non ce la fa. Ma non piange, tenta e ritenta, concentrato al massimo sull'obiettivo. Ancora niente. Ogni fibra del suo piccolo corpicino è tesa, ma non basta.
Il destino oltre che essere infame ed esprimersi per metafore ha il brutto vizio di vincere sempre. Ma per capire questo il bambino impiegherà meno di 20 anni. Naturalmente il piccolo eroe è un empirista. La sua mente istintiva e primordiale non viene neanche sfiorata dall'idea che possa esistere un ordine superiore che gli stia impedendo di completare il suo piano. Usa la sua razionalità. Elabora un metodo alternativo. Rimane a terra e prova a trascinarsi a gattoni fino alla panchina, la raggiunge e solo allora si tira in piedi per agguantare il bottino.
Il destino degli empiristi è ancora più beffardo, quando si sceglie di usare solo la forza della ragione e si viene sconfitti non si hanno alibi.
Infatti la madre gli toglie i cioccolatini dalle mani, lo prende in braccio e comincia a pulirgli i pantaloni che ha sporcato gattonando a terra.
"Maledetto ordine superiore, mai una volta che si faccia i cazzi suoi" ho pensato assistendo allo svolgersi dei fatti. Chissà invece cosa avrà pensato il bambino giunto così vicino alla propria preda.
Un minuto. Ecco quanto è durata ad occhio e croce tutta la storia che vi sto raccontando. Un minuto che sintetizza l'impegno, la fatica e la sconfitta di tutta una vita. Di ogni vita.
Un minuto per sempre.
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Each one has got his own personal jesus


No, è solo per dire che la differenza è data dai 2000 anni trascorsi. Insomma se i crociati avessero avuto degli m-16 e degli aerei da dirottare forse le affinità sarebbero state più palesi.
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Take me somewhere nice

Non smettiamo mai di cercare il nostro scopo sulla terra. Il fatto è che non vogliamo arrenderci all'idea di essere qui per spendere i nostri giorni uno dopo l'altro fino alla fine e basta. Allora cerchiamo consolazione in un dio. Ma egli, come diceva Voltaire, "è un commediante che recita per una platea che ha paura di ridere". E se alla fine, stanco di non ricevere appalusi e abbandonato dal suo pubblico dovesse cominciare a sentirsi solo e perso anche lui? E se si rivelasse debole anche colui che rappresenta l'ultima speranza di chi non ha più speranza? Possiamo allora convincerci che sia la scienza il nostro scopo ultimo. Progredire per vivere sempre più a lungo e sempre meglio. Ma tutto si basa su degli assiomi indimostrabili, presi per buoni. Certo le case sembrano stare in piedi e gli aerei sembrano volare, ma per quanto ancora?

Il punto cruciale è che ognuno di noi tende a costruirsi delle certezze su fondamenta troppo fragili ed evanescenti. Su queste cerchiamo poi di trovare risposte assolute, in grado di assicurarci la felicità o almeno di lenire il dolore.

La cosa che ci spaventa di più è arrivare a capire che alla fine potrebbe non esserci nulla, nessun premio e nessun vincitore. Che il fine ultimo della vita potrebbe essere solo il più banale e scontato: la morte.

"Every breath makes me closer to my last".


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The kill

I am anarchist
An antichrist
An anorak
I am atheist
An acolyte
An accidental
I am eleven feet
Okay, eight
Six foot three
I fought the British and I won

I am a rocket ship
A jet fighter
A paper airplane

Say what you will
I am the kill
The only thing that keeps you really truly safe from being real

I have a tendency
To exaggerate
Just a little bit
I am a plagiarist
Apologist
A lawless calculator

I am optimist
A closeted
Misogynist
I fought the British and I won

I have a wishing well

a living will

a magical eight ball


Say what you will
I am the kill
The only thing that makes you real
Say what you will
I am the kill
The only thing that makes you real truly safe from me

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dARi

Giunti alla loro seconda fatica mi chiedo se i dARI siano effettivamente solo degli sfortunati.
La domanda è: siamo così sicuri che non possa trattarsi di una sottile e raffinata provocazione? Cioè scegliere di essere per sempre fuori posto.
Con quel look sospeso fra metal e punk a simboleggiare un cambiamento mai completato, un continuo giungere ad una forma stabile che non arriva mai.
Con quel linguaggio minimale tipico di una società che necessita di annullare i tempi di comunicazione, scarnificato nella forma e umiliato nella grammatica, tuttavia più giocoso nell'aspetto con un preciso, quasi scientifico, alternarsi di minuscole e maiuscole. Via il congiuntivo, via il condizionale, via il passato remoto, via strutture linguistiche pesanti, la comunicazione è veloce, simile all' augh dell'uomo delle caverne. Una necessità, un istinto. Essere per sempre fuori posto cercando un posto nel mondo, cercando un posto nel fondo. Abitare un luogo disegnato da Tim Burton e costrutio da un cyborg, con quel tratto tanto dark quanto romantico, con evidenti toni decadenti, dove analogico e digitale si fondono perfettamente.

Non so voi, ma io la rivendicazione la sento forte e chiara: "Ci avete fatto crescere con la Corrida di Corrado prima, e con i programmi di Teo Mammucari poi? Ci avete lasciato credere che bisogna essere dei fenomeni da baraccone per essere qualcuno? Bè, eccoci qua!"
E poi, a pensarci bene, 'sti emo non avranno solo olive denocciolate in testa. Insomma, Jared Leto l'abbiamo visto tutti in Requiem for a dream, non dico mica che abbia scritto lui scenografia e dialoghi, anche perchè il film è tratto da un romanzo - mi pare - ma non mi sembra di aver visto recitare un cane.
In realtà mi serve solo una scusa per non studiare. I dARI fanno cagare a spruzzo. Non perchè io non li capisca, ma perchè fanno cagare a spruzzo.

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Alla fine eccoci

Finalmente ce l'hanno fatta a farci cambiare il modo di pensare. A farci pensare di essere sempre delle vittime indifese e a non essere più sicuri nemmeno in casa nostra. Non credevo ci saremmo arrivati così presto, ma oramai ci siamo. Il problema, quando per risolvere problemi di ordine pubblico persone normali chiedono l'intervento dell'esercito, esiste ed è grave.
Come il bambino a cui viene rubato il gelato dal bulletto di turno che corre dalla mamma a piangere. Solo che qui la mamma è armata fino ai denti e non ha intenzione di non fare male a nessuno.
Nè polizia, nè carabinieri, nè guardia di finanza, cazzo questi vogliono l'ESERCITO, l'occupazione militare, vogliono il Kosovo nella piazza sotto casa.
La guerra civile non mi è mai sembrato il modo migliore per tornare a dormire di notte, né per sentirmi sicuro.
Mia madre me lo diceva sempre che guardare da bambini troppi cartoni animati giapponesi e troppi telefilm americani fa diventare violenti. Mia madre è d'accordo nel chiamare l'esercito se delle persone bivaccano davanti casa sua.
Hai dei ragazzi sotto casa che passano la serata bevendo e fumando? Fanno chiasso? Chiama l'esercito, fai occupare la piazza. Adesso hai 100 militari che sborbottano per il turno di notte e 2 carri armati cingolati, di ultima generazione ma ancora non proprio silenziosi, che girano per il quartiere. Ora dormi bene e sentiti felice. Poi per favore non svegliarti più.
E se mi trasferissi in un bell'appartamentino affacciato su piazza San Pietro e la domenica mattina volessi dormire?
Non ricordo l'ultima volta che l'esercito è stato mandato in Sicilia a fermare azioni mafiose o a Napoli a bloccare le sparatorie su strada della camorra. Non lo ricordo neanche nel '97 dopo il terremoto.
Nella nostra testa viviamo già in uno stato militare.
Un giorno (lontano?) potrebbe capitarmi di buttare una cartaccia a terra e subito vedermi puntato contro un m-16!
Eccoci alla fine.
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If i won't be back in 5 minutes call the pope

Grazie alla televisione sono venuto a conoscenza dell'esistenza di una delle gnocche più gnocche che io abbia mai visto in 24 anni di vita. Non ho idea di come si chiamasse quella creature perfetta che è apparsa per un attimo, come tutte le visioni, in tv. Mi pare di aver sentito che fosse lituana e mi è venuto subito in mente quello sputo di terra di paese. Sputo di terra con un tasso di alfabetizzazione informatica tra i più alti al mondo e uno dei governi più giovani del nostro pianeta. Anche un'ottima tradizione di cestisti per completezza di cronaca. Null'altro penso. Sapete cosa vuol dire questo? Vuol dire avere una speranza. Che poi nascano anche delle gnocche del genere certo non guasta. Poi spengo la televisione, perchè il servizio più interessante della giornata è appena finito, e di colpo mi ritrovo nella mia Italia.

L'impatto è effettivamente tremendo. Certo la modesta metratura e la scarsa mobilia della mia cucina non aiutano i sensi nella percezione di un qualche cosa di confortante.

Ma torniamo a noi: nonstante tutti i pipponi di Montezemolo sul made in Italy che rischiano di convincerci veramente di essere un popolo creativo, siamo persone aride come una duna di sabbia, profonde come pozzanghere e ignoranti come bestie. Tanto per dire, io ho scoperto solo da un paio di settimane che "qual è" va scritto senza apostrofo. E ci ho messo 24 anni. Siamo famosi per essere il popolo che parla il peggiore inglese al mondo, tranne gli inglesi. Siamo famosi per esportare criminalità sia in forma organizzata sia in forma di inciviltà del turista medio che va a sfogare le sue frustrazioni all'estero. Abbiamo un sacco di problemi politici, economici, sanitari, di istruzione, Federico Moccia, culturali, di giustizia, Fabrizio Corona.

Federico Moccia sta scrivendo o ha appena finito di scrivere (spero che per voi non faccia differenza) il suo ultimo insulto alla letteratura. Sarà un grande successo commerciale, gli chiederanno di girare un film tratto dalla sua nuova fatica e io sarò costretto ancora una volta a farmi uscire il cibo dalla bocca.

Fabrizio Cororna. Qualche tempo fa Studio Aperto raccontava la storia di un noto imprenditore di abbigliamento "giovine" caduto in disgrazia per colpa della cocaina. Cioè, non per colpa sua, per colpa della cocaina. Come se un bel giorno si fosse presentata a casa una figura umanoide formata da tale sostanza urlando "tira fuori tutti i tuoi fottuti soldi o ti impallino". Comunque, per la sua riabilitazione ha scelto un look che mi ricordava qualcuno: capello lungo rigorosmanete ingellato, raccolto dietro con tanto di ciuccetto, e una barbetta incolta che fa tanto dandy. Mi ricordava Fabrizio Corona appunto, il paladino di chi risorge dalle proprie miserie.

Mi manca terribilmente Gianfranco Funari.

Nonostante questo non riesco però ad invidiare la vita del lituano medio. D'accordo non so in che condizioni effetivamente possa vivere un lituano medio, ma io sono un mantenuto all'università, con poco liquido da spendere, ma pur sempre un vitellone. Entrambe le voltr in cui sono andato a rinnovare la mia carta d'identità, alla domanda professione la risposta è stata la stessa, un incerto e claudicante "Mmm....studente...".

In effetti non posso lamentarmi troppo, insomma di gente che muore di fame non ne conosco, di gente sulla soglia della povertà ben poca a dire il vero. Ma allora come si spiega tutto questo? E' un interrogativo vertiginoso come direbbe Massimo Coppola, e in effetti lo dice, ma proprio mentre ci stavo pensando sono riuscito a capire. A capire come mai pur essendo il peggior popolo che io conosca sotto tutti i punti di vista riusciamo a mantenere sempre una sostanziale decenza. E la risposta è nella domanda che segue: come abbiamo fatto a vincere 4 mondiali e soltanto 3 palloni d'oro?

Mi rimane un sorriso pensando che se avessi consegnato questo breve scritto in un eventuale tema ai tempi del liceo, la mia professoressa di lettere Maria Cristina, da sempre tenace sostenitrice della nostra madre patria e della razza bianca ueber alles, mi avrebbe appioppato un bel 2 senza appello. "Pensiero avulso" o "involuto" avrebbe scritto più o meno ovunque.
Ma avrebbe almeno imparato che "qual è" si scrive senza apostrofo.
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Della politica e della trascendenza

Giorgio Gaber si chiedeva cosa fossero la destra e la sinistra. E' la famosa canzone il cui ritornello dice "L'ideologia credo ancora che ci sia". Sto leggendo un libro, molto interessante, che descrive in modo molto chiaro la differenza fra tali fazioni politiche. Voglio dirvi come.
Nel libro è scritto più o meno questo:

Un giovane entra in un McDonald's, ordina il suo pranzo, lo consuma. Si avvia alla cassa per pagare. Si accorge immediatamente che la cassiera sbaglia nel dargli il resto. Il nostro protagonista esce dal fast-food con 50 euro in più nelle tasche, contento e soddisfatto, per aver fregato una delle multinazionali più sputtanate della storia. Poi all'improvviso si ferma e pensa. Pensa proprio al fatto che, essendo una multinazionale, il McDonald's userà il suo potere di rivalsa sulla povera cassiera che magari stava anche pensando ai cazzi suoi in quel momento. Impietosito, in un raro momento di debolezza, il nostro onesto ragazzo medio torna indietro, raggiunge la cassiera e le rende i 50 euro.
E adesso finalmente il bivio. Se il nostro protagonista fosse di destra uscirebbe con un sorriso amaro, ma comunque un sorriso, perchè convinto di aver contribuito al corretto funzionamente del sistema.
Se il ragazzo forse invece un mancino, appena restituito il bottino si incazzerebbe con se stesso per l'avventatezza e la stupidità del proprio atto, prenderebbe un bicchiere di quelli in cui ti portano la Coca gigante da un litro e andrebbe al bagno a fregarsi tutto il sapone liquido possibile.

Ricordo che una volta mio padre fece una cosa simile. Al fregarsi tutto il sapone liquido possibile intendo. Eravamo in una città che galleggiava inerme sul confine tra la Bosnia e la Croazia. Era il 2000, Mio padre si è sempre dichiarato di destra. Valle a capire certe persone.
Comunque mi piacerebbe continuare da me il racconto. leggendolo infatti mi è sorta spontaneamente la seguente domanda: e se il nostro onesto ragazzo medio fosse stato un ignavo centrista cattolico, ciellino magari, come si sarebbe comportato? Per la par condicio faccio cominciare la sua storia dallo stesso bivio di cui sopra.

Il ragazzo sarebbe uscito dal McDonald's consapevole di aver fatto una buona azione. Consapevole pure che compiendo una cattiva azione non sarebbe comunque andato in rosso nel bilancio del giusto comportamento. Avrebbe a quel punto cercato una vecchietta al semaforo, le avrebbe offerto aiuto nell'attraversare la strade e l'avrebbe fatta stirare da un camion appena prima di arrivare dall'altra parte. "Compensazione è stata fatta" avrebbe pensato.
In realtà immagino che il nostro giovane e ignavo centrista non avrebbe fatto altro che intascarsi i 50 euro e tornarsene a casa fischiettando. Tanto la cassiera sarebbe stata ricompensata nel regno dei cieli per le sofferenze vissute come conseguenza dell'aver perso 2 giorni di paga. In quanto a lui, beh alla fine si trattava solo di denaro, un bene terreno ed effimero. L'oggetto della violazione non sarebbe rientrato nella giurisdizione dell'altissimo. Quindi tutti felici e contenti.
Sono anche riuscito a dimostrarvi come la par condicio modifichi effettivamente la realtà.
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Dilemmi

Ora di cena. Cosa cucino? E quale sarà la colonna sonora della mia creazione? Vediamo, con gli architecture in Helsinki andrebbe bene qualcosa di colorato e leggero...due pennette stracchino e rucola? Oppure St.Vincent? Allora due pomodorini sarebbero graditi. Se cambiassi genere? Mogwai, qui si va sul pesante, la preparazione richiederebbe pathos iniziale e una violenta esplosione finale...carbonara? Già, si scatena sempre qualcosa di mistico quando si prepara una carbonara. Tool o System of a down? Urge aggiungere calorie, salsicce! Le luci della centrale elettrica infine? Ovvero qualcosa che ti colpisca forte allo stomaco: parmigiana. Magari metto un po' di drum'n bass e per non danneggiare il mood industriale appena creato telefono al cinese qua vicino e mi faccio portare un pasto completo.
C'è senza dubbio alcuno uno stretto legame tra stato d'animo, musica e oggettive necessità dell'organismo. Non mi va di scandagliarlo. In fondo ogni uomo è solo di fronte alle proprie scelte.
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Anatomia del grigio

Avete presente la serie televisiva ambientata in un ospedale? La versione triste e piatta di Scrubs, ce l'avete presente?
Dài, quella i cui protagonisti sono: una quarantenne ancora piacente, un bianco americano capelli lunghi-al-punto-giusto e barbetta incolta, una ragazza dai tratti orientali (se dicessi musogiallo sarei politicamente scorretto) e un chirurgo afro-americano (se dicessi negrone sarei ancora politicamnete scorretto).
Quella in cui il negrone si sbatte la bruttona musogiallo che a sua volta deve sbattersi il doppio degli altri per arrivare di ruolo, e proprio a causa del suo handicap razziale. Quella che rappresenta i quattro tipi piu' canonici della società americana che si muovono su dinamiche relazionali banali e scontate. Proprio quella. Avete capito ora? No? Proprio no?
Che culo.
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E non capisci gli incubi dei pesci rossi

Un pezzo di bravura che fa riflettere sulla misera, o forse no, dei pesci rossi, animali con la memoria di 15 secondi. Adesso vi spiegate perchè riescono a girare per la loro boccetta in modo così frenetico senza stancarsi mai? Una volta esplorato l'esplorabile, la memoria se ne va in pappa e bisogna ricominciare da capo.
Va a vedere che aveva ragione Leopardi a dire che la nature non è poi così gentile.
La vera domanda é: riscoprire se stessi ogni 15 secondi è davvero un evento gioiso?

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Deca-dance

Un gioco di parole, una danza, un movimento, un'immagine triste e anche una bellissima canzone. E così ritorno a scrivere, anzi, come terrebbe a precisare Hank Moody, a bloggare, perchè scrivere e soprattutto saper scrivere sono cose diverse che a me, in tutta onestà, non appartengono.
I segnali sono ovunque, dall'avvento della protolingua 2.0 al tamarresimo come unica possibile affermazione ed espressione dell'essere. Mi ricordo che per misurare chi aveva il cazzo piu' lungo si usava il righello, qualcuno elencava i poteri della propria divinità al massimo, oggi sembra invece che si debba guardare l'elaborazione della propria auto, o del proprio apetto se il soggetto in esame non si è ancora completamente liberato della pubertà.
Un eterno pimp my car-pimp my life.
Senza parlare della cultura sempre in voga della ribellione conforme, eversione prodotta serialmente che passa da magliette attillate-argentate-dorate che risultino visibili da almeno un paio di centinaia di metri a pettinature ancora piu' ridicole.
Qualche parola buona da spendere naturalmente ce l'ho anche nei confronti del capitalismo, cheha deciso, dopo 200 anni di monopolio nel campo dei sistemi possibili, di aspettare la mia fottutissima laurea in Economia per crollare. Grazie di cuore. 
Piu' di tutto pero' è la paura del diverso che alimenta la danza, paura di non riuscire a decifrare l'altro con i codici che siamo soliti usari, con i celeberrimi "2 pesi e 2 misure" con i quali la retorica ha fatto danni incredibili negli ultimi 30/40 anni di storia.
Così capita di dover vedere la destra neonazista ritornare a contare qualcosa in Austria, ma, ancora peggio, gente che ritorna ad ascoltare i preti come se avessero qualcosa da dire.
Si, dico peggio, infatti tra nazismo e chiesacattolica (forse non tutti riusciranno a cogliere la differenza e a volte neanche io)dovessi scegliere preferirei il ritorno di Hitler, perchè le catene è meglio averle ai polsi che al cervello, tanto per citare un amico che odia le citazioni. Ed è terribilmente vero, ma putroppo non si sceglie, bisogna tenersele entrambe.
Lol!!!!!!