0 com

Il crepuscolo degli dèi


Un'altra colonna del Consiglio dei Ministri cade rovinosamente in pezzi.
Dopo Sandro Bondi, autore di intima delicatezza nonchè ministro ineccepibile, anche Carlo Giovanardi decide di lasciare il suo incarico da sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle politiche contro le droghe (ci entra tutto nella Carta d'Identita?), data la sopraggiunta impossibilità di espletare le sue funzioni - spiega lui stesso -a causa dei tremontiani tagli alle risorse destinate al Dipartimento alla Famiglia.

Le ombre proveranno certo ad offuscarci la sua memoria, ma noi (io, almeno) lo vogliamo ricordare maestro di bon ton ed equilibrio, seppure le sue dichiarazioni deliranti potrebbero fuorviare. Un osservatore posato dei cambiamenti della società italiana che riusciva a sintetizzare, rendendoli comprensibili anche al più chiuso dei bifolchi, con semplici ma chiarissimi schiamazzi, oscurati solo dalla cavernosità del suo accento, tanto particolare quanto sconosciuto alla storia.
Per la lealtà che ha dimostrato verso la patria nel compiere questo gesto di resa, lo ringrazia in particolare Stefano Cucchi, al quale il nostro non ha lasciato neanche la pietà del silenzio.

Non so se capirà, il buon Carlo, ma in caso gli faremo un disegno.
Adesso vattene finalmente affanculo
0 com

La bestia e la bestia

Lo spot che non ti aspetti per l'imminente festa del 17 Marzo arriva così da Lampedusa: gratuito.

Celebriamo l'italianità, dunque, così radicata in tutti noi che ci si rivela, con parsimonia, solo quando compare il nemico. "Non passa lo straniero", alè.
Mi rincuoro ogni giorno di non riuscire a provare quella sensazione di proprietà della terra e quel bisogno insaziabile di produrre e raggiungere che ci rendono tanto italiani. Fare fare fare, poi avere avere avere; quindi tenere difendere custodire. Beatificare, infine: San Enzo da Ferrari, Beato Diego Della Valle, Sua Altissima Beltade Made In Italy. Alzare il tiro, inarrestabili, e accorgersi di non avere ancora abbastanza. Poi buio, crisi, e allora negro negro negro, terrone terrone terrone, ladro ladro ladro, brutto brutto brutto.
L'italianità: la parabola amara della curva del fatturato, il cul de sac del boom economico.
Forse un giorno infinitamente lontano avremo coscienza diffusa di quanto siano anacronistici e criminali il nazionalismo (che non farebbe rima con patriottismo in un paese dove la cultura contasse qualcosa più di un cazzo) e lo sciovinismo; di quanto sia vuota e inutilmente tautologica la dialettica manicheista del noi vs. loro; di quanto le divisioni siano esecrabili e meschine, poichè funzionali al controllo. Ma per fortuna quel giorno è ancora molto lontano, come si diceva poc'anzi, quindi io posso continuare a sbavare rabbia che è in questo come lo spot di Lampedusa: gratuita.