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trashissimamente tuo

La globalizzazione, proprio lei, la volevano tanto ed eccola qua.
L'articolo del Sole 24 Ore  ci propone una metafora azzecatissima, mi verrebbe da dire sublime data la materia che tratta, di questo tempo così opprimente: tutto quello che abbiamo così avidamente consumato, persi nel sogno erotico della possessione sfrenata, ci sta ora seppellendo. Da Roma a Napoli, da Napoli a Salonicco, la nostra libertà di scelta si è trasformata nella nostra bara.
La monnezza sta circondando le nostre città, battendo le nostre strade con fare battagliero e minaccioso, puntandole dritte al loro cuore, unica parte dell'organismo urbano per ora salva dall'insidia a causa del fatto che, grazie a dio, (anche) di turismo ci campiamo.

Metafora nella metafora? Affondo il colpo? E affondiamo!

La città che se la sta passando peggio nel nostro paese, togliendo con un lercio colpo di reni il dominio della fetida graduatoria alla sempiterna Napoli, è Roma, la nostra capitale, l'epicentro della nostra civiltà.
Nel 2012 nella capitale d'Italia non viene fatta la raccolta differenziata.
Puntualizziamo: non è che ci siano problemi di organizzazione della raccolta, di personale insufficiente, di scarsa efficienza degli impianti, no; la raccolta differenziata non esiste, così come non esiste nella testa della maggior parte dei romani un qualche concetto di rispetto e tutela dell'ambiente, cosa che presumo dal fatto di non aver mai visto romani riempire le proprie piazze chiedendo che venga introdotta.
Diciamocelo, non sta un gran bene Roma. Questo non è positivo, non ne sono felice, perchè è pur sempre la città eterna, però basta una nevicata...sì, ok, non prevista, ma pur sempre una spolverata o poco più...e non parliamo della pioggia...vabbè, abbondante, e chi lo nega, più o meno quella che ogni agricoltore abbia mai implorato qualche volta nella sua vita.

Se è vero che Roma e i romani sanno che la storia non dimentica, hanno dimenticato che essa non è clemente verso la supponenza.
E pensare che basterebbe così poco, appena un accenno di coscienza ecologista. Su, coraggio, non siamo negli anni Settanta: i tempi sono maturi per certe cose!
Sesso extra-coniugale, olè! Sesso anale, olè! Marijuana Hashish LSD Amfetamine eroina cocaina, olè! Presidente donna, olè! Vedete? Possiamo parlarne ora! Porca mado...no, di questo ancora no effettivamente, ma del resto sì; del resto possiamo parlare.
Coscienza ambientale può voler anche dire scegliere una semplicissima maglietta a dieci euro prodotta a Ponte Pì (per dire) al posto del suo equivalente cinese da cinque e mezzo.
Confindustria e i suoi figliocci ci hanno fracassato i coglioni con la qualità e l'eccellenza ma la verità è che non tutti vogliamo o possiamo permetterci solo ed esclusivamente il meglio, questo non significa però che anche nella mediocrità del consumo non possiamo scegliere.
E non solo quando si tratta di guardare la televisione.