0 com

Chasing cars


Avevo voglia di distruggere tutte le cose belle che non avrei mai avuto. Bruciare le foreste dell'Amazzonia. Pompare clorofluoroidrocarburi in cielo a mangiarsi l'ozono. Aprire le valvole nei serbatooi delle superpetroliere e svitare i tappi sulle piattaforme petrolifere. Volevo uccidere tutti i pesci che non potevo permettermi di comperare e annerire le spiagge della Costa Azzurra che non avevo mai visto.
Volevo che il mondo intero toccasse il fondo.
Mentre picchiavo quel ragazzo in realtà volevo piantare una pallottola tra gli occhi di ogni panda in pericolo di estinzione che si rifiuta di scopare per salvare la propria specie e ogni balena o delfino che molla tutto e va a spiaggiarsi.
Non vederla come estinzione. Prendila come un ridimensionamento.
Per migliaia di anni gli esseri umani hanno incasinato e insozzato e smerdato questo pianeta e ora la storia si aspetta che sia io a correre dietro agli altri per ripulirlo. Tocca a me pagare il conto per le scorie nucleari e i serbatoi di benzina interrati e i residui tossici scaricati nel sottosuolo una generazione prima che io nascessi.
Volevo dar fuoco al Louvre. Spaccare gli Elgin Marbles a martellate e pulirmi il culo con la Gioconda. Questo è il mio mondo ora.
"If i lay here
  If i just lay here
  Would you lay with me?"
1 com

A Natale siete tutti più buoni. Io no.

Ti odio technoboy sempre in preda allo svarione.
Ti odio studente saccente che concludi le lingue morte.
Ti odio fighetto di giurisprudenza che ti bulli di essere bravo perchè hai imparato più a memoria degli altri un codice civile (o penale o entrambi) del cazzo in 4 anni. La tua non è cultura, ficcatelo bene in testa. 
Ti odio studente/clichè di filosofia quando mi spieghi, con il ghigno da primo della classe che ti contraddistingue, che non votare è una non scelta che a sua volta è una scelta. Quindi la mia volontà di non scegliere non si puo' concretizzare nel non votare. Sei proprio un genio, da solo non ci sarei mai arrivato. Anni di studio buttati nel cesso.
Ti odio tamarro ridicolo che fai prevalere il tuo istinto di scimmia di merda/legge di strada per far vedere che sei il piu' forte. "Pensa a tutti i tuoi amici morti e piangi".
Ti odio musica fake-rock, new wave italiana, free-jazz punk inglese.
Ti odio bambino emo di merda che mi costringerai a farmi il culo nella vita per poter permettere a te di scrivere le tue canzoncine inutili e spendere i 50 euro settimanali dal parrucchiere per andare in giro come un imbecille.
Ti odio poliziotto greco che hai ammmazzato un ragazzo di 15 anni perchè ti ha urlato qualche insulto di troppo.
Ti odio Bruno Vespa che continui a pubblicare prolassi intestinali di cui tutti noi faremmo volentieri a meno.
Ti odio ignoto acquirente degli scarabocchi di Bruno Vespa perchè lo spingi così a scriverne di nuovi.
Ti odio manifestazione di merda che rispondi al nome di Eurochocolate che sfrutti il mio bisogno di introiti per farmi lavorare a 3,96 euro l'ora per poi non pagarmi neanche tutto quello che mi devi.
Vi odio "cani dietro quel cancello che interrompete le mie fantastiche divagazioni" mentre passeggio pensando ai cazzi miei.
Ti odio segretaria frustrata di un'università pubblica quando mi sbuffi in faccia per averti chiesto di fare il lavoro per cui le nostre tasse ti pagano.
Ti odio sconosciuto interlocutore quando credi di potermi etichettare secondo i tuoi paradigmi dopo aver scambiato un paio di chiacchiere con me. 
Ti odio Joseph Ratzinger per il tuo sentirti in dovere di commmentare tutto quello che succede in uno stato che non è il tuo, per essere esponente di una cultura elitaria che spero ti porterai nella tomba, per non voler far evolvere l'uomo dallo stato di protoscimmia nel quale lo tieni incatenato.
Ti odio satanista schifoso che credi di essere tanto alternativo. Dovrei rispettare la tua divinità solo perchè ha gli zoccoli e le corna? Prova a sgozzare un toro di 4 quintali la prossima volta, invece del solito capretto, così vediamo quanto è grande il potere degli inferi.
Ti odio ex sessantottino esaltato convinto che solo il tuo pensiero sia giusto e conti qualcosa.
Ti odio stato italiano quando distruggi il mio futuro tagliando fondi destinati alla sanità, alla scuola, alla ricerca e alla cultura per darli a stronzi già falliti che impiegheranno pochi giorni per bruciarli. 
Ti odio perbenista rompicoglioni quando rimani scandalizzato dal mio umorismo come se ce ne fosse uno giusto a priori; quando mi dai del razzista perchè mi senti dire "negro"; quando mi costringi ad ascoltare Vasco Rossi alle cene perchè "piace a tutti, e poi Lui è il Blasco!"; quando dici di odiare quelli che in discoteca ci provano e ti fissano il culo e le tette. Vuoi farmi credere che passi il sabato pomeriggio dall'estetista e due ore a truccarti, che ti presenti in tacchi, minigonna ascellare e scollatura provocante, solo per sentirti meglio con te stessa? Poi hai il coraggio di criticare chi va a mignotte?
Ancora, ti odio quando mi dai del mostro solo perchè ho il coraggio di mostrarmi al prossimo per come sono. E' l'invidia che ti spinge a parlare e la paura di rimaere solo che ti impedisce di vivere. 
Vi odio adolescenti di merda che siete così rincoglioniti da aver fatto crollare a terra un lampione di ferro sotto il peso dei lucchetti che voi avete attaccato per simboleggiare l'amore eterno. Non so se vi rendete conto dei problemi che avete.
Ti odio mariadefilippi perchè con i tuoi programmi hai innestato nei giovani il bisogno di parlare del niente, di litigare e di affrontare drammi per potersi dire vivi. Perchè hai legalizzato la prostituzione, ma solo quella d'alto borgo televisiva, e perchè hai inventato la professione del tronista. Il che vuol dire che nella vita potrò impeganrmi quanto voglio, ma non sarò mai rispettato quanto un'analfabeta pieno di steroidi che si esprime per coppie di monosillabi. 
0 com

Gang bang


Gli dico "Guardagli la mano".
Sul lembo di pelle tra il pollice e l'indice di una mano, il tatuato ha due lineette parallele con tre puntini accanto: il simbolo azteco del numero tredici. La simbologia azteca e la lingua nahuatl vanno di moda tra le gang di sureños della California del Sud. Sulla parte bassa della schiena, appena sopra l'elastico dei boxer, c'è un tatuaggio a pergamena con il numero 187 scritto a caratteri arzigogolati: è l'articolo del codice penale dell'omicidio. Accanto all'ombellico c'è tatuata una lapide con due date distanti dodici anni una dall'altra, a riprova della pena che ha scontato.
Numero 137 dice:"Anche tu sei in una gang?".
Me l'ha spiegato il mio padre adottivo.
Indico i tatuaggi degli altri tizi in giro per lo stanzone. L'asiatico con quelle strisce nere intorno al bicipite è un membro della mafia giapponese, la Yakuza, e ciascuna di quelle strisce nere indica un crimine compiuto. Un altro asiatico ha la sigla NCA tatuata sulla schiena: significa che è un membro della famiglia criminale Ninja Clan Assasin. In piedi, a girare per lo stanzone aspettando il proprio turno, ci sono tizi con un piccolo crocifisso tatuato sulla pelle tra il pollice e l'indice. Con quelle tre lineette sopra diventa una croce di Pachuco, il simbolo delle gang ispaniche. Altri nello stesso punto si sono tatuati tre puntini. Se sono messicani sigificano "mi vida loca". Se invece sono asiatici i puntini significano "to o can gica": non mi importa di nulla.
Numero 137 dice:"Tuo padre era in una gang?".
Mio padre adottivo, ogni volta che può, nel fine settimana sale su una station wagon e va a fare ricerche in città. Scatta foto ai membri della gang. Ai loro graffiti. Alle prostitute che battono il loro pezzo di marciapiede. Alla sporcizia, all'inquinamento e ai senzatetto eroinomani. Tutta questa la roba la studia creando scene di degrado più realistiche possibile nei suoi plastici in cantina. Non avrebbe mai tradito mia madre, ma era capace di stare ore a fotografare ogni singolo gesto di una prostitua
In attesa del suo turno con Cassie Wright, un signore biondo e flaccido con la barba lunga se ne sta in piedi con le braccia incrociate sul petto. La barba giallastra è così dura e ispida che i peli spuntano dal mento dritti, senza piegarsi sotto l'effetto della forza di gravità. Forse perchè è troppo sporca.
Ha gli avambracci pallidi chiazzati di A e B, svastiche e trifogli di un nero sbiadito. Tatuaggi da galeotto incisi con una corda di chitarra strappata, inchiostrati con la fuliggine di forchette e cucchiai di plastica bruciati mista a shampoo. La Fratellanza ariana. Sui grossi gomiti coperti di lentiggini sono tatuati delle ragnatele.  
Numero 137 mi dice:"E dunque ti hanno adottato".
E io gli dico:"Dalla nascita".
Mi chiede se abbia mai conosciuto il mio vero padre. Faccio spallucce.
Dall'altra parte dello stanzone c'è un nero, ha la testa rasata e tatauata sulla nuca una bandiera mossa dal vento con il numero 415, segno della Kumi African Nation, un ramo della Black Guerilla Family. Almeno stando a quanto diceva mio padre adottivo, che quando ero piccolo mi snocciolava tutti questi dettagli con una lente d'ingrandimento in una mano e un pennello nell'altra, rielaborando i modelli dei personaggi che aveva costruito in precedenza. Con minuscoli tocchi di vernice li faceva diventare membri della eMe, la mafia messicana; guerrieri ariani; 18th street gangstas.
Ora come ora, in fondo a quel corridoio, la signora Cassey Wright è territorio neutrale. Un tempio dove recarsi in pellegrinaggio percorrendo mille chilometri sulle ginocchia. Come Gerusalemme o una chiesa. Caro ai suprematisti bianchi come ai ninjas o i separatisti neri, una signora che trascende i poteri territoriali. Che trascende la razza e la nazionalità e la famiglia. Ognuno dei presenti può anche odiare tutti gli altri, fuori da qui potremmo volerci uccidere l'uno con l'altro, eppure lei la amiamo tutti. La nostra Terra Santa. Cassey Wright, il nostro angelo della pace.
E io sono solo uno che vuole fare un favore a Cassey, la Marylin Monroe del porno, la stella del Nord delle nuove navigatrici  a luci rosse.  Un cazzo in più sul cammino verso il record mondiale, la più grande gang bang mai girata. Un testimone della storia.

1 com

A nightwalk on no ground

La sua figura si perdeva nella nebbia ogni minuto di più. Gli piaceva l'autunno e la sua nebbia, la sua umidità. Il tipico tempo di Londra, senza Londra. La nebbia gli permetteva di camminare con il volto nascosto nel cappuccio così da poter ridurre al minimo le possibilità di instaurare rapporti con i passanti. L'umidità gli garantiva invece un basso e accettabile numero di incontri lungo il suo tragitto. Soprattutto a piacergli era l'odore pesante e avvolgente che la cortina di nebbia acquista dopo giorni di permanenza. Gli piaceva perchè gli riportava in mente il posto dove era nato, l'odore della campagna bagnata dalla pioggia la mattina presto mentre andava a scuola che era lo stesso di quando tornava, di quando usciva il pomeriggio e di quando rientrava a casa la sera. Quell'odore costante che aveva attraversato tutto il suo passato come un fedele segugio. Non gli mancava il suo passato. In realtà non ci pensava troppo, non gli mancava e basta. Ogni volta che il tempo atmosferico si avvicinava al suo concetto ideale di tempo atmosferico, questo appunto, lui prendeva e se ne andava a fare due passi. Preferibilmemte da solo, ma a volte non disprezzava la compagnia di qualche amico fidato che, essendo già parte integrante del suo mondo, non rappresentava una violazione del suo spazio personale.
Di solito il tempo che passava camminando lo dedicava a pensare. A tenere attive le gambe e sveglio il cervello, allenamento mentale e fisico, se non fosse per le sigarette fumate a profusione che evidentemente fungevano da propulsore dei suoi pensieri. Inoltre la nebbia che nascondeva la città intorno a lui gli dava l'impressione di passeggiare in una sorta di nulla onirico, così da poter decontestualizzare ogni suo pensiero fino a renderlo forma pura. Bello. Quella sera gli tornò in mente la scena di un libro che aveva appena finito di leggere. Due transessuali e una ragazza orrendamente sfigurata che, dalla cima della torre di Seattle, lanciavano verso la città addormentata dei pensieri scritti su delle cartoline convinti, così facendo, di lanciare messaggi ad un futuro non troppo prossimo. In particolare gli venne in mente la cartolina scritta dalla ragazza orribilmente sfigurata e letta dall'uomo ora quasi donna -ah, se non fosse stato per quel maledetto attimo di ripensamento appena prima della vaginoplastica- che recitava "Niente di me è originale. Sono il risultato dello sforzo di tutti quelli che ho conosciuto".
"Cazzo" pensò "se fosse vero io che cazzo camminerei a fare la sera avanti e dietro per questi stramaledetti vicoli! Si, ok, magari sarà pure vero che tutto quello che penso sarà già stato pensato e scritto da qualcun altro, ma se non lo so non vale. Anzi, mi farebbe proprio piacere ritrovare un giorno un mio pensiero pari pari su qualche libro di Voltaire o su un qualche romanzo che non ti aspetti. Mi gratificherebbe non poco". Così continuò a pensare, ma in effetti ogni pensiero che sviluppava era simile, o per lo meno si avvicinava molto, a cose che aveva già sentito o letto nei vari film, libri, talk-show televisivi o in qualche puntata di una qualche serie. "E che cazzo" si disse a bassa voce "non è che se prima penso una cosa e poi mi viene in mente quando e dove l'ho sentita vuol dire che io l'abbia copiata. No. La sfigurata continua a non avere ragione. Ma forse se non avessi sentito o letto tutto quello che penso forse non mi verrebbe affatto da pensarci. Voglio dire, se non avessi mai visto il Grande Lebowski non mi verrebbe mai da pensare a quanto sarebbe meraviglioso svegliarsi alle due del pomeriggio con un White Russian che aspetta solo me. Comunque la sfregiata continua a non avere ragione. In ogni caso gli scrittori, gli sceneggiatori e le persone che sento parlare in televisione non sono miei conoscenti. O almeno io non ritengo miei conoscenti persone che non ho mai visto in faccia o visto scrivere o entrambe le cose contemporaneamente. Però a pensarci bene se mi sono appassionato a quel film piuttosto che a un altro forse, e dico forse, è perchè qualcuno che conoscevo bene me lo aveva consigliato più volte. In effetti ho letto tanti libri spinto da discorsi rivelatisi interessanti fatti al bar con gli amici. E va bene, forse la ragazza deturpata alla fine ha ragione...certo però che non avere la mandibola, la saliva che ti scende direttamente lungo il collo, non poter parlare...che vita di merda".
Perfetto, ora il suo cervello era caldo, poteva partite. Come bisogna fare per le macchine quando la temperatura è troppo rigida. Una serata di flussi ininterrotti di pensieri lo aspettava. Intanto le gambe andavano. Non aveva gambe particolarmente potenti o robuste, ma nonostante tutto erano molto agili e, accidenti, sapevano il fatto loro. Stancarle era molto difficile per qualunque salita. Magari risultava più facile tagliargli il fiato, ma le gambe, di quelle non se ne parlava. "Come un Costante Girardengo....No. Questo è un libro di merda. Come cazzo mi è venuto in mente adesso John Frusciante è uscito dal gruppo? Non ripensavo a quel libraccio da almeno sette anni. Certo però che se lo leggi da sedicenne non ti sembra proprio la cazzata che è. Poi vuoi mettere con le zozzerie per ragazzi che girano oggi. Uno su tutti: Moccia. E già, la mediocrità collettiva redime tutti. Evvai."
Continuò a camminare e a pensare comtemporaneamente per un bel pò di tempo. "Certo che stasera sono in forma. Via, l'ultima sigaretta e poi si prende la strada verso casa. Ma dove cazzo ho messo l'acc". Si fermò di botto. Niente di grave, aveva solo pestato una merda. "A volte il destino ti manda dei segnali tutt'altro che impercettibili. E va bene. Me ne vado mio caro destino, ma solo perchè avevo già deciso di farlo, non perchè mi sia fatto spaventare da una cacchetta di cane qualunque. E' quindi una mia scelta. Vuol dire che questa sigaretta invece di spingermi in avanti mi accompagnerà indietro". Girò di scatto e si buttò dentro il vicolo che avrebbe usato come scorciatoia per tornare a casa. Ormai conosceva quelle stradine e quei vicoli scuri così bene che avrebbe potuto farli anche da ubriaco, cosa che in effetti capitava piuttosto spesso. Nonostante tutto quello che si dice in giro dell'alcol nessuno può negare che la sbornia sia un buon training per imparare strade nuove. Ricordarsele è un altro discorso, ma quando la mattina ti ritrovi nel tuo letto vuol dire che in qualche modo ci sei arrivato. Poteva attraversarli correndo, poteva attraversarli sovrappensiero o ascoltando musica, in ogni caso non si sarebbe mai perso. Anche perchè l'unica cosa che cambiava in quei vicoli scuri era la disposizione delle deiezioni canine. Arrivò davanti il portone di casa e cercò le chiavi nella tasca sbagliata. Un errore che commetteva sempre. A volte sembrava farci apposta, come se volesse infastidire un improbabile osservatore. Prese le chiavi, le infilò nella fessura e si bloccò di nuovo. Questa volta niente merda. Solo che il suo cervello era solito finire ritornando al punto di partenza. Gli ritornò in mente la scena dei trans sulla torre di Seattle, in particolare un'altra cartolina che l'allegra combriccola di cui sopra stava per gettare verso il futuro. Questa volta la cartolina era stata scritta dall'uomo che voleva essere donna e letta dall'uomo quasi donna. Diceva "Quand'è che il futuro è passato dall'essere una promessa a essere una minaccia?".
Sbuffò, fece un sorriso amaro che rivolse a nessuno se non alla porta. Non pensò niente, non era necessario in quel momento. Fece girare la chiave e lasciò la porta chiudersi alle sue spalle.