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In direzione ostinata e contraria

Il parroco delle Piagge a Firenze ha dichiarato marito e moglie Sandra Alvino, nata uomo e donna da 30 anni, e Fortunato Talotta, già sposati da 25 anni con rito civile nonostante il veto di due anni fa del cardinale Ennio Antonelli.
Il parroco ha voluto concludere la cerimonia con la canzone di Fabrizio De Andrè Smisurata preghiera, poesia elegante e fortissima che trasuda disobbedienza da ogni verso.
Il parroco e i coniugi sanno già che l'atto verrà annullato in breve tempo, ma non per questo hanno deciso di mollare. 200 persone hanno assistito alla celebrazione.
Evviva i bastardi dunque, mi viene da dire sulla scia del nuovissimo e fiammante Tarantino, siano essi preti, reietti o disobbedientu, perché di gente che non riesce ad ignorare la propria coscienza ne abbiamo bisogno oggi più che mai.
"Come una svista
Come un'anomalia
Come una distrazione
Come un dovere".


Fonte: City, Lunedì 26 Ottobre

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Realtà e fantasia

Apprendo oggi da uno dei pochi giornali non in mano ai comunisti rimasti in Italia una notizia interessantissima. Pare che il picchiatore dell'inter Marco Materazzi abbia fatto causa all'ispettore Coliandro per una battuta pronunciata durante la puntata del 10 Febbraio di quest'anno, in cui l'attore recitava la seguente frase: "Quel bastardo di Materazzi si è fatto espellere un'altra volta".
Se pensate che fare causa al protagonista di una fiction sia già una cosa incredibile, bé, aspettate di ascoltare le richieste di risarcimento: un euro per ogni spettatore della puntata.
In breve, potrebbe accadere che la Rai, cioè noi, venisse costretta a pagare due milioni e trecentottantamila euro a Marco Materazzi per danni morali.
Tempi duri per chi vuole far ridere senza essere famoso in questo paese.


(Fonte: Dipiù, 14 Settembre 2009)
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Failed revolutions

Quando non ho da fare niente, come oggi pomeriggio, ci tengo a comportarmi come se non avessi nulla da fare. Di conseguenza anche se potrei fare, che so, una doccia, una passeggiata, una sana litigata con qualche familiare che invade i miei già ristrettissimi spazi vitali, decido invece di rimanere inchiodato al letto. Una forte affermazione del mio essere diverso. E penso.

E penso.
E penso. Penso al personalissimo rapporto che ha l'uomo con la solitudine. Eh sì, perchè c'è chi la brama, chi la odia e chi addirittura la teme, ne ha paura e cerca in ogni modo di evitarla.

Penso che la televisione in fondo non sia poi tanto diversa da dio o da un centro commerciale. La sua funzione è farci compagnia, sollazzare i nostri sensi, ma come tutti i palliativi, dopo l'overdose iniziale, riesce solamente a lasciarci più confusi e spaesati.
Prima di internet e della televisione, prima dei selvaggi pomeriggi di shopping, prima della Play Station e delle sfide a Pro Evolution Soccer (Winning Eleven, per i più nostalgici), c'era un solo pensiero in grado di tenerci compagnia anche nei momenti più grigi: la donna.

La musica ci insegna per prima l'importanza delle donne nelle nostre vite, quante canzoni avete sentito intitolate con nomi femminili? Molte immagino.
E allora provo a immaginarle anche io queste donne della musica.

Ad esempio, Katrien dei Mogwai me la immagino come un turbinìo violento di emozioni: sanguigna, idealista, indomabile. Quelle storie che quando finiscono ti lasciano addosso un'amarezza arresa che non se ne andrà mai più via.

La destinataria di She's like heroin dei System of a down è sicuramente una fiamma che brucia violenta. Ha un ritmo insostenibile, è deviata e imprevedibile, di conseguenza irresistibile. L'amore dannato che ti porta alla rovina, e la parte peggiore è che tu te ne accorgi, ma non puoi farci niente. Un'autodistruzione consapevole. Non molto diversa dalla Lory Meyers dei Nofx.

La Daughter dei Pearl Jam è sicuramente un'adolescente che ha fretta di crescere: capelli arruffati, niente trucco e poco curata, molto carina lo stesso. E' una ribelle per necessità e non per moda, anche se a tradirla sono quegli occhi limpidi e indifesi e quei lineamenti morbidi. Rifiuta di essere trattata e custodita come un cristallo fragile e grida a denti stretti la sua capacità di stare al mondo. Una tosta che non ha tempo per innamorarsi, ma tremendamente insicura. E' la sorella maggiore di Aurora Sogna dei Subsonica, anche se non vuole sentirselo dire.
Certo l'ultima arrivata è cresciuta in ambienti molto più digitali e all'avanguardia stilistica, seppure alienanti allo stesso modo. E anche se alle sfuriate preferisce chiudersi ogni volta di più in sè stessa, l'incapacità di sentirsi a proprio agio tra gli altri è la stessa della sorellona a stelle e strisce.

Di ben altra pasta è Per Elisa di Battiato. Una predatrice senz'anima: ti punta, ti prende e ti molla; a te rimane solo quella stupida e virile illusione di controllo, che ti porta inevitabilmente a distruggerti. E' il prodotto ultimo delle rivendicazioni femministe degli anni settanta, forgiata da decenni di sottomissioni, allenata a prendere ciò che vuole. Ma sotto quel volto fermo e determinato trapela un po' di stanchezza, perchè non si può essere una macchina perfetta per sempre.

Un piacevole incontro, perchè mai dimenticata, è invece Persa degli Altro, che rappresenta quella storia lontanissima nel tempo di cui non si hanno più ricordi di momenti o episodi precisi, solamente emozioni. E' quella piccola ferita nel cuore con cui hai imparato a convivere.

Ci sono però anche delle figure che non riesco bene ad inquadrare. Donne sfuggenti, intriganti e molto molto affascinanti. Di una ne parlo solamente per pochi secondi, è Karola Bloch dei Port-Royal: un'ossessione incessante, ma allo stesso tempo dolce e melodica. Di lei ti colpiscono soprattutto le mille sfaccettature della sua personalità. L'altra invece ci tengo a presentarla, si chiama Eva Green e alle tue orecchie arriva così: