In un vortice di lavandino

Le immagini più belle le puoi vedere quando tieni gli occhi chiusi. Smettere di essere scimmie e di vivere sugli alberi non è stata una buona pensata. Le mani mi tremano ancora, ma non è la paura. Più della luce, sono gli uccelli a suggerirmi che è arrivato il mattino. Che forse è ancora troppo mattino. Il primo bacio ti ricorda la canzone che stavi ascoltando in quel momento, e non viceversa. Fuori non nevica, ma il freddo che sta al di là delle mie coperte mi terrorizza. E  lo fisso, il freddo. Quella sensazione di disagio, antica come la pioggia,  perché sai che non potrai essere tutte le persone che devi essere. Quella sensazione che si aggrappa alla tua vita e non la lascia andare. Solo un altro peso che ci trascineremo dietro. 
E la Domenica mattina i miei pensieri sono come un vortice di lavandino, non proprio una bella immagine e non un granché come similitudine: né la maestosità del tornado, né la potenza del mare, ma tant'é. Un giorno, guardando le nostre foto, non ci riconosceremo.

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