Falling into infinity

Che la diversità sia una forza lo sentiamo dire ogni giorno. Lo sentiamo dire così tante volte che ormai ci sembra quasi un intercalare tipo "che caldo che fa oggi" oppure "piove governo ladro". Quelle frasine preconfezionate da usare quando non sappiamo piu' di cosa parlare per evitare imbarazzanti silenzi.
Un paio di considerazini bisogna farle: è certo che qualche persona fa cose ridicole solo per poter apparire diversa, ed è altrettanto certo come caratteristiche quali l'intelligenza o l'idiozia sono trasversali alle categorie cui ogni singolo individuo sceglie di appartenere.
Diversità vuol dire esattamente riempire a proprio modo e piacimento gli anni che separano il giorno in cui nasciamo dal giorno in cui moriamo. Conoscere molta gente diversa ci da l'esperienza che altrimenti potremmo acquisire solo con gli anni e la fantasia per vivere meglio la nostra vita. E' come stare su un altissima rupe ed osservare il fluire, il sovrapporsi e l'intrecciarsi di scie luminose di vita, ognuna con una traiettoria e un'intensità diversa.
Oggi stiamo assistendo, nel mondo dei "giovini", come direbbe Joe Pesci in "Mio cuggino Vincenzo", ad un processo di estremizzazione della diversità. Estremizzazione che come succede ogni volta si porta dietro solo effetti negativi. Negativi perchè dividere la realtà in tutti quei kluster invece di amplificare e sottolineare le differenze che esistono fra diverse categorie di pensiero, di stile di vita o semplicemente di passioni e hobby, le svuotano di ogni significato. Cosa hanno di diverso i "truzzi" dai "fighetti" dai "metallari" dai "punk" dai "gabber" dagli "skaters" dagli "emo" e chi piu' ne ha piu' ne metta? Chi di loro conosce ancora la ragione per cui si proclama punk piuttosto che truzzi se non fosse perchè preferiamo un paio di pantaloni strappati e sciatti ad una camicia coi brillantini?
La differenza non esiste, ognuno di questi individui sceglie in base a come preferisce apparire esteticamente, senza un minimo di background culturale a sostegno della sua scelta, spreca inoltre ore e ore per vestirsi in modo rivoltante, sceglie di assoggettarsi a precisi precetti estetici e dogmi comportamentali talmente rigidi che neanche nella Korea del Nord totalitaria.
Inoltre la situazione non è poi così nitida, perchè esistono numerose sottocategorie, ad esempio se sei un metallaro "trash" non puoi andare d'accordo con chi ascolta gruppi come Van Halen o Deff Leppard perchè non sono sporchi e cattivi; allo stesso modo se sei un fighetto che balla la commerciale non ti puoi permettere di conoscere il fighetto che ascolta solamente afro.
E' una cosa veramente triste vedere come l'annullamento della personalità oggi passi per la frammentazione piu' esasperata possibile di ogni stile di vita. Questi kluster hanno regole così dettagliate e rigide che nulla è piu' lasciato alla fantasia o alla cretività personale. Come atteggiarsi, cosa rispondere ad ogni domanda, cosa indossare in ogni occasione e quale intercalare usare in ogni momento. Una volta che si aderisce ad uno di questi kluster si potrebbe senza problemi prendere la propria testa e buttarla nel cesso, tanto è il kluster che penserà e agirà per noi.
E non prendiamocela come al solito con le multinazionali o con la globalizzazione, sarebbe troppo facile. Che aziende e marchi fomentino e sfruttino per il proprio tornaconto tale annullamento della singolarità dell'individuo, spingendolo con un marketing spietato e inutili quanto pacchiani oggetti, che dovrebbero fungere da status-symbol, è cosa risaputa, ma l'annullamento della diversità è un fenomeno autoindotto che nasce dalla pochezza, dalla scarsa personalità e dalla quasi nulla autostima che possiedono i "giovini" oggi o, come piace chiamarli a me, gli adolescemi (anche adolescempi non è male).
Un esercito di deficienti tutti uguali se non fosse per l'accostamento cromatico comunque orrendo che li distingue si ma non a tal punto da non permettere loro di essere papabili concorrenti di "saranno tronisti".
Un post che non ha un filo logico e un significato preciso, mi piaceva cominciare l'anno con una riflessione seria sullo sfacelo culturale e creativo che ci circonda e lo sto facendo.
Un post scritto di getto così come viene, senza filtrare troppo il pensiero per essere il piu' possibile diretto (perdonate quindi gli errori di sintassi che sicuramente ci saranno).
Un post che non ha nessuna pretesa di essere uno studio sociologico sui teen-ager di oggi.
Un post che sarebbe stato meglio intitolare citando Tyler Durden (Brad Pitt) in Fight Club quando afferma: "Tu non sei i vestiti che porti, sei la canticchiante e danzante merda dell'umanità".
Un post, infine, che serve solo per dire che una volta c'era la semplicità, c'erano gli amici, i conoscenti, gli sconosciuti e chi ti stava sul cazzo. Non eri un truzzo se andavi a ballare il sabato sera, così come non venivi etichettato punk o metallaro se sentivi musica assordante. Non c'era il bisogno di etichettare e catalogare tutti a tutti i costi. Bastava poco per essere diversi, che so, un dettaglio, una battuta ricorrente, un rito particolare derivante da chissà quale fantascientifica credenza. Era bello e semplice perchè non c'erano regole scritte, era tutto a nostra discrezione, e non c'era l'odio alla base della distinzione. Non è che prima fossimo in paradiso, problemi e discussioni piu' o meno civili le hanno avute tutti, ma non nascevano certo dallo sciovinismo modaiolo.
Ora invece gli adolescemi sono così preoccupati di dimostrare di esserci e di distinguersi che si stanno scordando di essere.
Tutto qua.

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