I belong to money


E' pratica comune ai giorni d'oggi riempirsi la bocca con frasi fatte e morale da quattro soldi. Così come è facile dire che i soldi non sono tutto nella vita quando si guadagnano nove milioni di euro l'anno per dare calci ad un pallone. Nove milioni di euro sono uno sputo in faccia a tutti quelli che si guadagnano lo stipendio giorno dopo giorno, ora dopo ora. Ai risparmi di una vita dei nostri nonni, alla moto pagata con il doppio lavoro, al sofferto aut-aut settimana bianca-settimana azzurra.
Come pisciare in faccia a chi è costretto ad accettare, con buona pace per la propria dignità, l'elemosina del governo che ha il nome di social card. Che si parli di vigili del fuoco, pizzaioli, professori o impiegati ora non fa differenza. Senza una responsabilità, senza un rischio, venendo acclamati e venerati come antropomorfi déi moderni.
Mi rimane l'amarezza per non aver visto nessuno sotto la casa imperiale del giocatore urlargli "Andatevene affanculo tu e le tue magliette di merda". Mi rimane l'amarezza per l'occasione persa perchè, per la prima volta nella storia italiana, qualcuno avrebbe pagato una cascata di milioni per liberarci di uno squallido democristiano. Per coloro i quali credono fermamente in gesù c'è comunque una buona notizia: Kakà ha dimostrato di essere un vero cristiano cattolico. Se fosse stato ebreo, infatti, a Manchester ci sarebbe andato di corsa, alla faccia degli affranti tifosi rossoneri e, come un moderno Pierino, avrebbe domandato loro:"Col fischio o senza?"

P.S. il mio post numero 100...grazie a chi ha letto, a chi continua a farlo, a chi è passato per caso.

1 commenti:

Moody | 21/01/09, 22:12

E in occasione del numero 100 lascio pure un commento!

Finale col botto comunque! (o col fischio)
8 e mezzo! bell'articolo