Parlando d'altro

E' la musica che suonerebbe al funerale di vostro nonno se fosse Ozzy Osbourne. E' la musica che riecheggerebbe il giorno dopo l'Apocalisse se ci fosse qualcuno ad ascoltarla. Tyler Durden ha rubato la chitarra di Josh Homme e la suona come se non ci fosse un domani. Il basso è quella fitta alle costole che sentite quando siete insolitamente nervosi, è quella vocina nella testa che vi lancia minacce e insulti razzisti. La batteria fa in pieno il suo dovere aumentando il coefficiente di violenza sonora del tutto. L'andamento è altalenante, imprevedibile e schizofrenico, a volte chiuso nell'autismo sonoro più estremo e a volte aperto a devastanti deflagrazioni. Non esiste possibilità di uscirne, quando le acque si calmano c'è qualcuno che sta tramando alle vostre spalle. Stanno solo aspettando che abbassiate le vostre barriere per potervi travolgere quando siete più indifesi.
Tornate indietro a quando avevate 3 anni. Siete nel letto prima di addormentarvi e vostra madre, mentre vi sistema le coperte, invece di cantarvi la dolce e rassicurante ninna nanna, intona Under the sun dei Black Sabbath. E'il vostro cupo e tetro incubo meccanico.
Signori, i MoRkObOt



E se i Mogwai fossero stati dei ragazzini newyorkesi? E se avessero cominciato ad incidere dischi al liceo? E se avessero, infine, diviso la sala prove con gli ultimi Thursday, quelli di A city by the light divided? E' possibile che l'emocore pre-college, genere nato per e rimasto su MTV, incontri il post-rock?
Riformulo la domanda usando un altro ordine logico: se nell'ennesima band liceale americana venisse rinvenuto un pò del trascendentale talento dei Mogwai?
Magari mi sbaglio, ma buttate 8 minuti del vostro tempo per i Moving mountains

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