RiNo-Sense

Non so se vi è capitato di vedere qualche giorno fa lo speciale di La storia siamo noi su Rino Gaetano. Una puntata tutto sommato ben fatta se non fosse per aver provato, per 48 minuti buoni, a convincerci che Rino sia stato un artista no-sense. In realtà, come dimostrato dalla trasmissione stessa, grazie ad un'intervista estratta da Discoring (1978), dove un borioso e saccente Boncompagni, vestito come una abat-jour di dubbio gusto, rimarcava la questione, questo pensiero è sempre stato molto diffuso tra i critici musicali riguardo lo stesso Rino.
Ora, mi chiedo, cosa c'è che non si capisce nei testi di Rino? In quali canzoni le parole sembrano estratte a caso da un sacchetto e appiccicate una adiacente all'altra?
Visto che queste persone proprio non riescono (vogliono) a trovare un senso in queste canzoni cerchero' di farlo io: Ma il cielo è sempre piu' blu, per esempio, NON è un dipinto musicale dell'Italia di qualche anno fa, dove ogni verso descrive l'essenza lirica e il destino tragicomico della vita di ognuno di noi. Ancora, mio fratello è figlio unico NON vuole raccontare l'emarginazione e l'esclusione che provava l'uomo di 20 anni fa a vivere in una società che già allora si avviava ad essere post-industriale e, infine, Aida NON è un dolce racconto del nostro paese, dalla fine del conflitto in poi, filtrato dagli occhi di una donna qualunque (di una DONNA, capite? Pensate per un attimo alla figura della donna nei primi anni '70 in Italia: cucinare, lavare, stirare e far godere il proprio uomo, altrimenti schiaffi e a letto senza cena ...). E questo solo per citare le piu' famose.
Forse, per i critici, i testi di Rino non avevano senso perchè nell'Italia di "Rose rosse per te" e "Quel mazzolin di fiori" se non parlavi d'amore nel modo piu' sdolcinato possibile non eri nessuno. All'opposto, continuavi a non essere nessuno se non ti scagliavi direttamente contro il potere e la classe politica dirigente, riflettendo gli ideali di una generazione che era "contro" a priori. (gli stessi ex-giovani che oggi criticano chi contesta in piazza per continuare a sperare nel futuro, ma questa è un'altra storia...).
Oppure, come sembra piu' realistico, forse sono i nostri critici che non hanno capito cosa sia il no-sense. Oggi infatti il no-sense va alla grandissima, basta buttare un occhio a eMpTyV o alle classifiche dei dischi/singoli piu' venduti, ai vari Vaco Rossi ("Eeeeh...sei un piccolo fiore per me"), Paolo Meneguzzi ("Vero, quel che ho fatto è vero, che ti ho mentita falso"), Tiziano Ferro ("Non me lo spiegare du du du du du"), Luca Dirisio (no dai, questo è troppo facile!), Finley ("scorrendo i messaggi, ma solo quelli piu' dolci, non li cancellerai"), per non infierire poi su poveri mentecatti quali Gazosa ("www mi piaci tu") e Valeria Rossi ("Dammi tre parole"). Ma guardate che l'ondata no-sense imperversa anche oltre i confini nostrani, vogliamo parlare per un attimo di un qualsiasi testo delle varie Britney Spears, Rhianna, Blue, Backstreet Boys e loro simili? Insomma, sono o no questi canzonettisti (definirli artisti sarebbe un insulto a chi disegna ghirigori di urina sui muri) grandissimi interpreti del no-sense?
Alla fine, quello che ha fatto Rino, il grande pioniere della musica no-sense, è stato narrarci con semplicità l'Italia così per come era: senza eroi, senza miti, in tutta la sua spensieratezza, in tutta la sua pochezza e miseria, Senza mai perdere il sorriso. Non sarà poesia, non è no-sense, ma chi se ne frega. UHU!!! a tutti

P.S.: grazie alla fiction RAI "Rino Gaetano"di Marco Turco per aver dipinto Rino come un irrecuperabile alcoolizzato. Sempre necessari e impeccabili

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