Sanremo è Sanremo. Per fortuna.

Allora uno non puo' essere mai contento!
Allora le brutte notizie non finiscono mai!

Ero tutto esaltato da un inizio di anno musicalmente folgorante con l'uscita quasi contemporanea degli splendidi album di Baustelle, Offlaga Disco Pax e Elio e Le Storie Tese quando stamattina, aprendo il Venerdì di Repubblica, la realtà mi sbatte in faccia durissima.
Febbraio + musica = Festival di Sanremo. La matematica non sbaglia mai.

Anche nel 2008 dal teatro Ariston Pippo baudo presenterà il festival della canzonetta democristiana.
A parte Pippo Baudo che è come l'influenza, nel senso che torna ogni anno piu' forte e spietato che mai visto che nessuno si adopera per debellarlo, ma anche come Pippo Baudo e quindi merita un discorso ad hoc.
Dicevo, a parte Pippo Baudo (oddio mi è entrato in circolo, non posso fare a meno di scrivere il suo nome! Sono fottuto), anche in questa edizione non mancherà il solito carico di sterco: Little Tony con il suo cuore matto, e non parlo della canzone ma dell'infarto; Toto Cutugno, anche lui come l'influenza e altri esseri talmente insignificanti che ancora l'anagrafe deve assegnare loro dei nomi d'ufficio.

Il punto è che proprio mentre riflettevo sul fatto che la musica italiana non sia poi così messa male, che non è vero che non si riesca piu' a trovare talento; proprio mentre cercavo di convincermi che fossero solo discorsi tipici dei critici musicali nichilisti (quelli che non credono piu' ne in niente ne in Lebowski), Sanremo mi appare in tutta la sua eccezionale bruttura.

E sapete come? Nel modo piu' amaro possibile naturalmente: tramite un'intervista a monsignor Careggio, vescovo della diocesi di Sanremo-Ventimiglia.
"L'irto guerriero" (Foscolo forgive me if you can) si scaglia contro la volgarità e l'allusività sessuale dei testi sanremesi
Alla faccia di Don Chsciotte che combatteva i mulini a vento, almeno questi ultimi erano fatti di materiale tangibile quale il cemento è, per l'ennesima volta un uomo di chiesa sta cercando di fare una polemica sul nulla.
Dovrebbe capire, il monsignor Don Chisciotte, che non è salutare per un uomo di 70 anni sprecare tempo a leggere i temini guidati dei bambini delle elementari, non si puo' pretendere di piu' da menti così semplici.
Non cattive, solo semplici.
Quindi non si incazzi monsignore, non è che gli artisti dll'Ariston scrivano frasi sataniche come "Alza la sottana/Socchiudi la persiana" per farla saltare dalla sua comoda poltrona, è che semplicemente non possono fare di piu'.
Inoltre a Sanremo bisogna solo scrivere canzoni d'amore il piu' possibile smielate e banali, così da entrare già dopo il primo ascolto nella testa delle casalinghe che guardano tale trasmissione, e nel mondo vero, si sa, l'amore e il sesso vanno a braccetto.

Stranamente insomma, le polemiche ecclesiastiche mi sembrano assolutamente fuori luogo, ma poi procedendo nella lettura dell'intervista capisco il vero motivo di tutto cio'.
Prima Careggio dice che ama la musica leggera, svelando che Al Bano è il suo cantante preferito per via dei suoi testi (sentitevi "nel perdono" poi capirete quali siano i valori che uniscono il cantante pugliese e la chiesacattolica), poi sfrutta il suo assist per lanciarsi in rete, presentando così il Festival di Sanremo organizzato ( e finanziato) dalla CEI: il JUBILMUSIC...

AMAREZZA DURISSIMA.
MA PROPRIO DURISSIMA.

Cito dall'articolo "Jubilmusic porta senza dubbio alla città di Sanremo una ventata di giovinezza che ben si coniuga con questa città[...]Tutti ogni anno lo aspettano, attratti dal fascino che esercita questo festival d'eccezione, perchè fatto di canzoni vere. Dal volto puito"
Come dire, the bright side of pop!!

Pensate quello che volete, io semplicemente continuerò a pensare tutto il peggio possibile.
Comunque il fine del post sarebbe dovuto essere quello di rimarcare la differenza di qualità che esiste fra la vera musica italiana, quella che è arte e che mette in mostra talenti veri, e quella che ci spacciano per musica italiana, trita e ritrita, banale quanto scontata, prodotta industrialmente in base alle esigenze della domanda come si fa per le lavatrici e le automobili, noiosa quanto fastidiosa e che non smette mai di sbalordire per la sua nullità.
Ma ormai vi sarete accorti, quando sento parole come preti, vescovi o sinonimi non capisco piu' niente!

Non posso che gioire di fronte a quello che sarà ancora e inevitabilmente un tonfo di ascolti della trasmissione che piu' umilia e svilisce all'estero la nostra cultura, tonfo direttamente legato allo sfracelo che imperversa su tutta la produzione musicale mainstream che da anni non solo non produce piu' buona musica, ma nemmeno musica.

E non sto solo parlando dello spessore artistico che puo' avere un album nei confronti di un altro, sto parlando anche di atteggiamenti.
Gente come Giuliano Sangiorgi, alias il nano pelato che vomita cazzate nei dischi dei Negramaro, si dovrebbe rendere conto che non ci saranno per sempre sedicenni lobotomizzati disposti a considerarlo un idolo, prima o poi arriveranno in un'età in cui capiranno che le sue pose da rockstar sono solo penose; non è detto poi che i sedicenni di domani saranno stupidi come quelli di oggi.
Dovrebbe capire questa gente che la musica non va fatta per salire su un palco e poter fare i massiccioni, che gorgheggi e testi insipidi lasciano il tempo che trovano ma ti qualificano come un ridicolo bamboccetto affetto dalla sindrome di Peter Pan di cui si puo' fare volentieri a meno.

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