Di democrazia ne parla
Beppe Grillo, uno che il simbolo del proprio movimento lo possiede, uno che, al minimo segno di apostasia di pensiero, ti scaglia contro la sua legione di avvocati; di merito e trasparenza parlava invece
Oscar Giannino, millantando al contempo lauree mirabolanti e master americani (che fanno sempre tanto
chic e in questo caso neanche impegnano); di cambiamento se ne sentiva un disperato bisogno e infatti
Bersani è stato scelto dagli elettori a questo scopo e non parliamo di
Maroni, neo presidente della Lombardia.
Senza aggiungere che il partito terzo calssificato alle ultime elezioni ha passato gli ultimi due mesi dell'anno scorso a indire ed annullare le proprie primarie, evidenziando il polso del suo
segretario-non presidente-non candidato premier, potremmo già dire che la possibilità di essere dei pagliacci la dovremmo per lo meno prendere in considerazione.
Perchè se si sceglie di essere tali, dei pagliacci intendo, occorre almeno far ridere.
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